Cosa può fare l’Osteopata per chi soffre della sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare?
Chi soffre di disturbi alla mandibola o, per essere più precisi, di problemi legati all’articolazione temporo-mandibolare, spesso riporta sintomi come dolore al viso, mandibola che scrocchia o si blocca, mal d’orecchie, cefalee, vertigini e anche capogiri.
L’articolazione temporo-mandibolare (o ATM) è di natura bilaterale: unisce l’osso mandibolare con l’osso temporale e, nello specifico, connette il condilo mandibolare con la fossa glenoidea del temporale. L’anatomia dell’ATM è forse una tra le più semplici del nostro corpo, ma proprio tale semplicità la rende spesso vittima di piccolissimi malfunzionamenti che ne possono precludere il funzionamento.
L’ATM svolge la funzione di articolare il movimento complesso della mandibola nei tre piani dello spazio, fondamentali per la masticazione e la fonazione. Possiamo distinguere diversi tipi di movimento:
- simmetrici: apertura, chiusura, protrusione, retrusione
- asimmetrici: lateralità, masticatori e altri movimenti automatici
- limite: tutti quei movimenti che l’articolazione concede come estremi alla mandibola
- di contatto: tutti quei movimenti che avvengono mantenendo un contatto fra i denti delle due arcate protrusione, lateralità, retrusione)
- liberi: quelli compresi tra i due precedenti
Si parla di sindrome temporo-mandibolare quando l’articolazione ATM non è perfettamente bilanciata in uno dei suoi componenti muscolari, articolari o legamentosi. Generalmente vengono colpite maggiormente le donne, in un rapporto di 8 a 1 rispetto agli uomini.
Le cause che possono portare a dolori mandibolari sono molte ed è importante fare un’indagine approfondita in sede di anamnesi in modo da intraprendere il percorso corretto che porterà alla rieducazione completa e duratura dell’articolazione temporo-mandibolare.
La sindrome ATM non è congenita, ma sempre acquisita nel corso del tempo. Le principali cause di questa patologia sono:
- traumi alla mandibola (sia accidentali che nello sport)
- traumi al rachide cervicale (ad esempio il colpo di frusta)
- traumi alla testa (incidenti stradali soprattutto)
- artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare
- malaocclusione (problematiche ai denti che non riescono a rimanere in contatto in fase di chiusura della bocca)
- otturazioni non eseguite in maniera ottimale
- protesi dentali non perfette
- lussazione della mandibola
- digrignamento notturno dei denti (bruxismo)
- disturbi di ansia, o comunque patologie di origine psichiatrica
Il corretto funzionamento dell’ATM implica la necessità di un bilanciamento pressoché perfetto di tutte le forze che agiscono su di essa: se ciò non accade, il processo di masticazione potrebbe venire alterato con conseguenza comparsa di dolore. Ecco i principali sintomi della sindrome temporo-mandibolare:
- dolore o rumori (schiocchi oppure sfregamento) all’articolazione della mandibola
- limitazione dell’apertura della bocca
- deviazioni dell’apertura della bocca
- mal di testa
- dolore e affaticamento ai muscoli del viso (fino a nevralgia del trigemino in casi gravi)
- dolore o rigidità al collo (cervicalgia), alle spalle e alla schiena
- lombalgia (mal di schiena)
- dolore alle orecchie (otalgia)
- acufeni (ronzii o fischi alle orecchie)
- sensazione di avere le orecchie tappate
- ipoacusia (riduzione dell’udito)
- dolore agli occhi o intorno agli occhi (oftalgia)
- affaticamento della vista e difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti, fino ad appannamento visivo e diplopia
- capogiri e vertigini
- formicolio o intorpidimento (parestesia) alle mani e alle braccia
- mal di denti
Questa sindrome è di interesse multidisciplinare: può coinvolgere in prima battuta l’Odontoiatra e il Fisioterapista/Osteopata ma, a seconda della complessità del caso, potrebbe rendersi necessario l’intervento dell’Otorinolaringoiatra, del Chirurgo maxillo-facciale o del Neurologo, al fine di giungere a una corretta diagnosi e alla opportuna terapia integrata.
Cosa può fare l’Osteopata?
L’Osteopatia è una medicina manuale che si basa sull’interpretazione dell’attività del Sistema Nervoso Autonomo attraverso la palpazione dei tessuti e l’ascolto della loro possibilità di movimento, in varie forme.
Escluse problematiche che richiedono l’intervento di altri specialisti, l’Osteopata procede a una valutazione della postura globale del Paziente, cercando le aree che in quel momento si “adattano” di meno rispetto alle altre. In seguito, si concentra sulla sfera cranica, cercando di valutare attentamente il movimento delle articolazioni tra le ossa craniche.
In termini di risultati, l’Osteopata non può correggere il morso del Paziente, ma può aiutarlo a:
- riequilibrare il sistema cranio mandibolare (trattamento cranio sacrale);
- armonizzare i muscoli coinvolti direttamente o indirettamente nell’apparato masticatorio;
- mobilizzare articolazioni della colonna vertebrale che presentino una riduzione della mobilità (manipolazioni dirette e indirette);
- in generale, intervenire su tutte le strutture in disfunzione (per esempio il trattamento viscerale).